Vellutata di carote

Queste vellutata, detta anche potage, di carote ha una storia che profuma di amicizia. Chi durante l’adolescenza non era un po’ ribelle? Io spesso non volevo tornare a casa dopo il liceo, perché la pressione della mamma che mi obbligava a studiare matematica era peggio di un girone infernale di Dante. Preferivo andare a casa della mia amica Veronica, che abitava in una bellissima villa di campagna nelle colline forlivese. Così, quando la sua mamma la passava a prendere, salivo in macchina anche io. Un giorno avevamo fatto una verifica che era andata veramente male e il nostro stomaco era più che chiuso. La sua mamma ci coccolò come due sorelle con un piatto caldo e delicato. Così scoprii il potage di carote. Una carezza sapida, che ho riproposto come entrée per una cena con i miei parenti. Adatto soprattutto per i nonnini che, si sa, certamente non sono a loro agio nel masticare cibi troppo duri.

Ingredienti:

(per 12 persone - mini porzioni)

1kg di carote

200g di patate

1 cipolla

1 dado vegetale, preferibilmente bio

Una confezione di quinoa soffiata

Un filoncino di pane integrale da tagliare a fette (tipo panbauletto)

Procedimento:

Pulisci  e sbuccia la cipolla, le carote e le patate e taglia tutto grossolanamente.

Falle bollire con acqua, tanta quanta ne serve per coprire le verdure nella pentola.

Una volta che le verdure saranno ben bollite, lasciale freddare un po’ e poi frullale finemente con un filo di olio evo. Il risultato dovrà essere davvero privo di grumi e vellutato.

Taglia il pane a quadretti e tostalo in forno, riponendolo sopra una teglia foderata con carta da forno.  Grazie ad un filo di olio evo e un rametto di rosmarino verranno ben rosolati e croccanti. Se poi il tuo forno ha la funzione grill basteranno poco più di 10 minuti nel ripiano più alto.

Impiatta un una piccola ciotola, perché è un assaggio, un entrée. A lato di ognuna versa un po’ di pane tostato e un cucchiaino di quinoa soffiata, un giro d’olio evo e pronto per essere servito!

P.S. Ovviamente può essere servito anche come primo, riempie in fretta, ma con altrettanta fretta lo si digerisce. Se i vostri ospiti sono una buona forchetta non lasciatele con la fame.